”Il Segreto” è il tema centrale del libro epico di Bill Simmons, sulll’NBA. Come rivelatogli da Isaiah Thomas – giocatore della Hall of Fame- “il segreto del basket è che non si tratta di basket”. As revealed to him by Hall of Fame player Isaiah Thomas, “The secret of basketball is that it’s not about basketball”. Cioè, mentre le abilità collettive di una squadra di basket sono importanti, quello che è più importante è il gruppo, l’interazione tra queste abilità e la personalità dei giocatori. Se provate a chiedere a chiunque vicino al mondo del basket -o a qualche altro sport di squadra- la sua opinione su questo argomento, sono profondamente convinto che tutti saranno d’accordo con l’affermazione di Thomas.
“Il segreto del segreto” in sostanza è che mentre tutti sono teoricamente d’accordo che non è questione di basket (/pallavolo/calcio/etc.), nella pratica quasi nessuno tiene conto di questo. Nella maggior parte dei casi i club non costruiscono squadre, accumulano giocatori o, peggio ancora, “beni” o “pezzi”*. Mentre i club discutono dell’importanza della squadra, continuano, sempre, a prendere un giocatore un po’ più forte o a scegliere un nome un po’ più importante, indipendentemente da come questi possano essere inseriti nella squadra a disposizione e da come possano mischiarsi le personalità di questi**.
Ho avuto l’estrema fortuna di passare una grossa parte della mia carriera lavorando con Scott Touzinsky. Scott è stato un giocatore molto valido, specialmente in ricezione e difesa, ma non un top player. Ad ogni modo, ogni gruppo nel quale Scott ha lavorato, è diventato una squadra e molto spesso ha vinto o è andato molto vicino alle vittorie. Il suo palmarès comprende titoli nazionali in cinque Paesi differenti e una medaglia d’oro alle Olimpiadi del 2008. Eppure ho conosciuto personalmente due club che non lo hanno riconfermato dopo un’ottima stagione della squadra, perchè non lo consideravano abbastanza bravo. Il calo delle performance, in entrambi i casi, fu disastroso, ma almeno nel secondo caso, il club fu abbastanza intelligente da correggere l’errore commesso. Uno dei pezzi forti della mia carriera è stato l’essere riuscito a portarlo in Polonia e sentire come dei veri esperti di pallavolo, abbiano subito riconosciuto il suo contributo.
La ragione per cui i club non tengono conto del Segreto, è molto semplice. L’obiettivo non è vincere. Logicamente se uno riconosce l’importanza di un elemento, ma al lato pratico continua sistematicamente a ignorarlo, allora non può avere la vittoria come obiettivo. La loro vera ragione nascosta è non sembrare stupidi o essere criticati per le loro decisioni. Se un club sceglie un giocatore minore, rispetto a uno migliore, verrà istantaneamente criticato e in caso di sconfitta, chi ha fatto la scelta, potrebbe anche essere licenziato. Karch Kiraly, nella scelta del roster per le Olimpiadi del 2016, ha tenuto in considerazione iIl Segreto e ha scelto di portare un terzo alzatore invece di un quarto ricevitore. Di questa scelta se ne discusse all’epoca e si continua a discuterne dopo che la sua squadra, fortemente favorita alla vittoria finale, fu eliminata in semifinale. Ma la realtà è che la sua squadra ha condotto il gioco fino all’11-7 del quinto set, quindi la presenza o meno di una quarta ricevitrice, non avrebbe fatto la differenza in quella partita. Se si esaminano le fasi di gioco del quarto ricevitore nel torneo maschile, si vedrà che il loro cointributo è stato essenzialmente insignificante (in termini di punti messi a segno). Ma ancora adesso, lui subisce critiche per quella scelta.
Dal momento che lui ha avuto la prima parola, deve avere anche l’ultima, perciò Isaiah Thomas deve avere l’ultima. Lui conosceva Il Segreto, ma come Genaral Manager dei New York Knicks, lo ha fortemente ignorato costruendo, storicamente, pessime squadre che vedevano la presenza di grandi giocatori, nello stesso ruolo. Lui stesso avrà immaginato il risultato***.
*Nel caso della AFL [Australian Football League], non vengono neanche più chiamate “squadre”. Che accidenti sarebbe un “gruppo di gioca”?
**Va da sé che diventa poi responsabilità dell’allenatore trasformare questi pezzi disparati e mal assortiti, in una squadra.
***Lui fu criticato dalla squadra per come aveva costruito la squadra stessa. Non è ancora chiara quale fu la ragione che lo spinse a fare quelle scelte. Uno scrittore lo giudicò come secondo peggior General Manager di tutti i tempi.
Molte grazie a Manuela Erbì per le traduzioni.
Originali in Inglese qui.
Tutti di articoli in Italiano sono qui.
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