“La Regola dei Tre Giorni”
Probabilmente questo suggerimento è applicabile per gli allenatori di squadre che si allenano a tempo pieno, ma forse può essere applicabile per tutti.
La stagione è lunga. Durante la stagione la squadra, i giocatori, gli allenatori, passano tanto tempo insieme, in condizioni di stress per la maggior parte di questo tempo. L’allenamento è stressante quando per migliorare si spinge fisicamente e mentalmente. Le partite sono stressanti quando ci giochiamo tutto. I viaggi sono stressanti quando si sale e si scende da autobus e aerei con posti stretti e si dorme continuamente in letti diversi. La vita è stressante quando si devono far convivere gli impegni della squadra con le normali relazioni quotidiane con amici e famiglia.
In queste condizioni è normale aspettarsi momenti di tensione e momenti in cui, diciamo, i giocatori sono meno motivati a interagire con i propri compagni. Cuffie anti-rumore, tablet di ogni forma e misura, danno ai giocatori la possibilità di estraniarsi dal gruppo e il vecchio modo di non parlare semplicemente con nessuno, funziona ancora bene.
Forzare i giocatori a essere di buon umore in tutti i momenti, non è realistico e probabilmente neppure particolarmente salutare per nessuno. Per questa ragione io ho quella che chiamo la “Regola dei Tre Giorni”. I giocatori possono avere il loro breve periodo in cui sono mosci e giù di corda e questo breve periodo può durare esattamente due giorni. Al terzo giorno devono tornare a far parte del gruppo. Molti giocatori, soprattutto i più esperti, sanno questo per istinto e rimarrete sorpresi per quanti di loro intuiranno da soli quando è il momento di “rientrare nel gruppo”. Gli altri, nella maggior parte dei casi, hanno bisogno solo di un gentile promemoria della “Regola dei Tre Giorni”.
Molte grazie a Manuela Erbì per le traduzioni.
Tutti di suggerimenti sono qui.
Originale per Inglese e’ qui.
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